“Carmengloria Morales incontra Antonella Zazzera. Sermugnano e Todi” di Carmengloria Morales, 2005
Comincio dalla fine: considero Antonella Zazzera una bravissima artista.
Ho visto il suo lavoro quattro anni fa e sono stata colpita dalla realtà delle sue opere. Erano quadri materici realizzati con colle, catrame e gesso, con una gestualità forte e contenuta.”Madri Matrici, opere su garza, dove riporto linee di forza legate al mio corpo attraverso il segnotraccia”, dichiara Antonella.
Successivamente, un anno fa ho visto le sue tessiture di filo di rame presentate a Todi in una grande
mostra di scultura all’aperto. Nuovamente sono stata colpita dalla stessa qualità, un lavoro complesso che si presenta con una semplicità e immediatezza che sono componenti vere d’arte. Queste sculture composte da un fitto intreccio di filo di rame di diverso spessore erano sistemate per terra – in quella sede sull’erba – con naturalezza, quasi fossero state deposte per caso, senza enfasi espositiva. Artificiale e naturale in perfetta armonia. Questi lavori che fanno parte della serie degli Armonici sono chiamati dall’artista la materializzazione dei segnotraccia fotografici.
Il lavoro di Antonella Zazzera è articolato e complesso come poi ho potuto vedere in un incontro
successivo nel suo studio. Ho capito meglio il suo pensiero e il percorso della sua ricerca che scorre
fra pittura, scultura, disegno e fotografia con un approccio ogni volta pertinente allo specifico.
Ho scoperto una natura analitica e un procedere sistematico che ricerca con rigore e libertà.
Ora vorrei dare la parola a Antonella per definire a grandi linee il percorso della sua ricerca:
Il Segnotraccia: base della mia ricerca artistica che rappresenta l’ identificazione totale
fra l’opera e l’artista. Il mezzo che permette la fusione fra l’individuo e l’opera d’arte.
MADRI MATRICI
Le opere su garza, dove riporto linee di forza legate al mio corpo attraverso il segnotraccia (realizzate con colle, catrame e gesso).
FRAMMENTI
Nati dalle Madri Matrici; legame fra il corpo generatore e corpo generato
(lo strato di gesso che attraverso un procedimento rituale stacco dalle Madri Matrici).
LE OPERE FOTOGRAFICHE
Il materiale che io fotografo è la Vetronite, costituita da rame e polvere di vetro. Pratico sulla
superficie del metallo graffi, incisioni e solcature che vanno ad incontrare i piccoli prisma di
vetro; attraverso la riflessione e la rifrazione ottengo degli effetti di luce che l’occhio non percepisce
e che solo attraverso la sensibilità della pellicola fotografica riesco a catturare. Nella fotografia,
il corpo metallico viene segnotracciato attraverso incisioni e solcature, prende vita attraverso
la luce che ne anima i cromatismi e le forme sinuose. Un corpo misterioso, arcano, segreto che
si svela solo in parte.
ARMONICI
La serie di sculture che rappresentano la materializzazione dei segnotraccia fotografici.
Si compone questo intreccio di segni attraverso fili di rame (di diverso spessore), la cui materia è
in parte, componente del corpo fotografato. I segni, che formano la trama del corpo metallico,
sembrano, quasi per magia, materializzarsi e fuoriuscire dall’opera fotografica… prendono
corpo, si animano all’esterno in un intreccio sedimentato che genera l’essere armonico.
Comincio dalla fine: considero Antonella Zazzera una bravissima artista.
Ho visto il suo lavoro quattro anni fa e sono stata colpita dalla realtà delle sue opere. Erano quadri materici realizzati con colle, catrame e gesso, con una gestualità forte e contenuta.”Madri Matrici, opere su garza, dove riporto linee di forza legate al mio corpo attraverso il segnotraccia”, dichiara Antonella.
Successivamente, un anno fa ho visto le sue tessiture di filo di rame presentate a Todi in una grande
mostra di scultura all’aperto. Nuovamente sono stata colpita dalla stessa qualità, un lavoro complesso che si presenta con una semplicità e immediatezza che sono componenti vere d’arte. Queste sculture composte da un fitto intreccio di filo di rame di diverso spessore erano sistemate per terra – in quella sede sull’erba – con naturalezza, quasi fossero state deposte per caso, senza enfasi espositiva. Artificiale e naturale in perfetta armonia. Questi lavori che fanno parte della serie degli Armonici sono chiamati dall’artista la materializzazione dei segnotraccia fotografici.
Il lavoro di Antonella Zazzera è articolato e complesso come poi ho potuto vedere in un incontro
successivo nel suo studio. Ho capito meglio il suo pensiero e il percorso della sua ricerca che scorre
fra pittura, scultura, disegno e fotografia con un approccio ogni volta pertinente allo specifico.
Ho scoperto una natura analitica e un procedere sistematico che ricerca con rigore e libertà.
Ora vorrei dare la parola a Antonella per definire a grandi linee il percorso della sua ricerca:
Il Segnotraccia: base della mia ricerca artistica che rappresenta l’ identificazione totale
fra l’opera e l’artista. Il mezzo che permette la fusione fra l’individuo e l’opera d’arte.
MADRI MATRICI
Le opere su garza, dove riporto linee di forza legate al mio corpo attraverso il segnotraccia (realizzate con colle, catrame e gesso).
FRAMMENTI
Nati dalle Madri Matrici; legame fra il corpo generatore e corpo generato
(lo strato di gesso che attraverso un procedimento rituale stacco dalle Madri Matrici).
LE OPERE FOTOGRAFICHE
Il materiale che io fotografo è la Vetronite, costituita da rame e polvere di vetro. Pratico sulla
superficie del metallo graffi, incisioni e solcature che vanno ad incontrare i piccoli prisma di
vetro; attraverso la riflessione e la rifrazione ottengo degli effetti di luce che l’occhio non percepisce
e che solo attraverso la sensibilità della pellicola fotografica riesco a catturare. Nella fotografia,
il corpo metallico viene segnotracciato attraverso incisioni e solcature, prende vita attraverso
la luce che ne anima i cromatismi e le forme sinuose. Un corpo misterioso, arcano, segreto che
si svela solo in parte.
ARMONICI
La serie di sculture che rappresentano la materializzazione dei segnotraccia fotografici.
Si compone questo intreccio di segni attraverso fili di rame (di diverso spessore), la cui materia è
in parte, componente del corpo fotografato. I segni, che formano la trama del corpo metallico,
sembrano, quasi per magia, materializzarsi e fuoriuscire dall’opera fotografica… prendono
corpo, si animano all’esterno in un intreccio sedimentato che genera l’essere armonico.